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06 Ago

Come affrontare il rischio di stress termico ambientale nei luoghi di lavoro?

Come ricordato da Iole Pinto (Laboratorio di Sanità Pubblica, Usl Toscana Sud-Est e responsabile del Portale Agenti Fisici e del Gruppo di Lavoro Agenti Fisici nel Coordinamento Interregionale) un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) insieme all’Organizzazione Mondiale della Meteorologia stima che circa il 30% della popolazione mondiale è esposta al rischio derivante dalle ondate di calore.

Ed è indubbio che in questi ultimi anni siano molti i paesi, le popolazioni, i lavoratori outdoor che si trovano sottoposti a temperature particolarmente alte.

 

Proprio in relazione ai rischi microclimatici e da radiazioni solari, e alla preoccupazione per le conseguenze sulla salute dei lavoratori e della popolazione, cominciano ad essere pubblicati in questi mesi diversi documenti che stimolano all’intensificazione delle azioni di prevenzione e forniscono utili strumenti per gestire il rischio.

 

Uno di questi documenti è la Nota della Direzione centrale tutela, sicurezza e vigilanza del lavoro dell’ Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) – Nota 2 luglio 2021, n. 4639 – che ha per oggetto “Tutela dei lavoratori – Stress termico ambientale”.

Inoltre la stessa Nota fa riferimento ad una circolare del Ministero della Salute, la Circolare 18 maggio 2021 “Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute – Attività 2021 in relazione all’epidemia COVID-19“.

 

L’articolo si sofferma dunque sui seguenti argomenti:

  • Nota INL: tutele per il rischio di stress termico ambientale
  • Ministero della Salute: previsione e prevenzione degli effetti del caldo
  • Portale Agenti Fisici: informazioni sul rischio microclimatico

Nota INL: tutele per il rischio di stress termico ambientale

La Nota INL indica che “in considerazione dei rischi cui risultano esposti i lavoratori in conseguenza delle condizioni microclimatiche della stagione estiva, caratterizzata da temperature particolarmente elevate, d’intesa con il coordinamento tecnico delle Regioni, si segnala l’opportunità di intensificare le azioni di prevenzione del rischio da stress termico, con particolare riferimento ai cantieri edili e stradali, all’agricoltura e al florovivaismo, anche attraverso iniziative di sensibilizzazione e comunicazione da condividersi nell’ambito dei Comitati di coordinamento regionali e provinciali, ex art. 7, d.lgs. n. 81/2008”.

 

Queste iniziative possono richiamare i contenuti della circolare 18 maggio 2021 con cui il Ministero della Salute fornisce indicazioni per la gestione e le prevenzione degli effetti conseguenti a ondate di calore, gli indirizzi per la valutazione dei rischi da stress termico e per l’individuazione delle possibili misure di mitigazione la cui documentazione è consultabile alla Sezione “Microclima” del Portale Agenti Fisici, nonché i contenuti del progetto worklimate di cui abbiamo parlato anche nell’articolo “ Nuova piattaforma sperimentale per la prevenzione del rischio caldo”.

 

La Nota sottolinea poi la possibilità per le aziende di “aderire a quanto previsto dall’INPS – Messaggio n. 1856 del 03/05/2017 (‘le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla CIGO“.

Ricordiamo che, come ricordato sul sito dell’Inps, la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) per l’industria e l’edilizia integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori a cui è stata sospesa o ridotta l’attività lavorativa per situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali e per situazioni temporanee di mercato.

 

Si indica poi che in relazione agli obblighi in materia di valutazione dei rischi, con riferimento specifico al settore dell’edilizia, “nel Titolo IV del d.lgs. n. 81/08 sono previste precise responsabilità a carico dei coordinatori e dei datori di lavoro desumibili dagli art. 92 e 96, oltre che dall’allegato XV”. E il personale ispettivo dell’INL, “nel corso dell’attività ispettiva in materia di salute e sicurezza, nei settori di competenza previsti dall’art. 13 del d.lgs. n. 81/08, presterà particolare attenzione ai rischi derivanti per i lavoratori dall’innalzamento delle temperature ed alle misure adottate al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori nel rispetto di quanto previsto dal citato d.lgs. n. 81/08, tenuto conto dell’analisi e valutazione dei rischi aziendali e del programma di sorveglianza sanitaria redatto dal Medico competente, nonché delle indicazioni tecniche e linee guida sopra richiamate”.

 

Ministero della Salute: previsione e prevenzione degli effetti del caldo

Ci soffermiamo ora, brevemente, sulla Circolare 18 maggio 2021 del Ministero della Salute “Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute – Attività 2021 in relazione all’epidemia COVID-19” che indica che il Ministero della salute, assieme al Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM), “coordina il Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, avvalendosi della collaborazione tecnica del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio – Asl Roma 1”. E tale sistema operativo consente il “coordinamento centrale delle attività locali di prevenzione e l’attivazione del Sistema nazionale di previsione/allerta per ondate di calore”, denominato Heat Health Watch Warning System (HHWW), un sistema che prevede con un anticipo di almeno 72 ore l’arrivo di una condizione climatiche a rischio per la salute e che consente, dunque, di “modulare gli interventi di prevenzione in base ai livelli di rischio climatico”.

 

Si indica poi che la pianificazione delle attività di prevenzione è particolarmente rilevante anche per quest’anno “in relazione all’epidemia COVID-19. Di conseguenza le attività relative al 2021 dovranno essere rimodulate per tener conto del concomitante rischio legato all’epidemia in corso, in particolare per la prevenzione degli effetti nei sottogruppi di popolazione più vulnerabili”.

 

Il Sistema HHWW “sarà operativo dal 1 giugno al 17 settembre nei capoluoghi di Regione e nei Comuni con oltre 200.000 abitanti. Le città incluse nel Sistema sono 27: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. I bollettini sono consultabili sul portale ministeriale nell’ area dedicata alle ondate di calore”.

Nel bollettino saranno indicati 4 livelli di rischio graduato:

  • livello 0 – nessun rischio
  • livello 1 – rischio basso previsto per le successive 24-72 ore
  • livello 2 – rischio elevato previsto per le successive 24-72 ore
  • livello 3 – condizioni di rischio elevato (livello 2) persistenti per 3 o più giorni consecutivi per le successive 24-48 ore.

E qualora “persistano condizioni di rischio (livello 2 e 3) il bollettino di allerta sarà inviato anche durante il periodo dal 18 al 30 settembre 2021”.

 

Si indica che il sistema di allerta nazionale HHWW “utilizza modelli di previsione basati essenzialmente sulla relazione temperatura-mortalità rilevata dallo studio di serie storiche in grado di identificare condizioni meteorologiche che hanno un effetto documentato e rilevante sulla salute della popolazione residente; è opportuno, pertanto, che i modelli sviluppati a livello locale siano coerenti con tali criteri, ove tecnicamente applicabili”.

Si rappresenta, inoltre, che “a supporto delle attività di prevenzione saranno operativi un Sistema di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle aree urbane, basato sul Sistema rapido di rilevazione della mortalità giornaliera (SISMG) e in alcune strutture sentinella sarà operativo anche un Sistema di sorveglianza in tempo reale degli accessi al Pronto Soccorso”.

Entrambi i Sistemi – continua la Circolare – “consentiranno un monitoraggio tempestivo degli effetti sulla salute in presenza di condizioni climatiche avverse. L’attività di sorveglianza della mortalità giornaliera SISMG in relazione agli incrementi di temperatura e alle ondate di calore verrà integrata come per l’estate 2020 con il monitoraggio della mortalità associata all’epidemia COVID-19”.

 

Riportiamo una infografica del Ministero della Salute su come proteggersi dal caldo durante l’epidemia Covid-19:

 

 

Portale Agenti Fisici: informazioni sul rischio microclimatico

Concludiamo segnalando che molte informazioni per affrontare l’incremento delle temperature, ad esempio per i cosiddetti lavoratori “outdoor”, sono ricavabili, come indicato nella Nota INL, anche dal Portale Agenti Fisici (PAF).

 

La Sezione “Microclima” – dove si indica che il termine microclima si intende il “complesso di parametri ambientali che caratterizzano localmente l’ambiente in cui l’individuo vive e lavora e che congiuntamente a parametri individuali quali l’attività metabolica correlata al compito lavorativo, la resistenza termica del vestiario determinata dalle caratteristiche dell’abbigliamento indossato, condizionano gli scambi termici tra soggetto e ambiente circostante” – comprende numerose e dettagliate informazioni su:

  • descrizione del rischio
  • normativa
  • metodiche di valutazione del rischio
  • calcolatori stress termico
  • prevenzione e protezione
  • documentazione
  • progetto Worklimate