Rischi biologici e sanità: come proteggere occhi, viso e mani
Benché debba essere accompagnata da un’adeguata analisi dei rischi e da azioni di sensibilizzazione e formazione, la messa a disposizione di idonei dispositivi di protezione individuali è molto importante per la tutela del personale sanitario e la prevenzione dei rischi biologici. E proprio per questo motivo la Direzione Regionale Salute della Regione Lombardia ha diffuso nel 2015 una nota – la Nota n. 4975 del 12 febbraio 2015 – che fornisce alle strutture sanitarie ed ospedaliere una guida operativa per la scelta dei dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari a protezione del rischio biologico, e più in generale, da patologie infettive diffusive.
Abbiamo già presentato in un precedente articolo le “Indicazioni operative per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la protezione individuale da rischio biologico in ambito sanitario”, diffuse attraverso la Nota della Regione Lombardia, con particolare riferimento ai dispositivi di protezione del corpo.
Ci soffermiamo oggi sulla protezione degli occhi, protezione che “può essere conseguita utilizzando occhiali di sicurezza con protezioni laterali o con occhiali a maschera. In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno può essere necessario l’utilizzarli congiuntamente ad altri DPI atti proteggere anche altri parti del corpo (es. mucose naso-buccali) o organi (es. apparato respiratorio)”.
Vediamo alcune indicazioni sulle singole tipologie di DPI:
– occhiali (DPI di II categoria): Si indica che la classificazione del DPI “definisce le caratteristiche di resistenza all’impatto di materiali solidi (particelle proiettate) ed il grado di protezione da liquidi e spruzzi”. Questi DPI “proteggono limitatamente da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina, liquido amniotico) in quanto non aderiscono completamente al viso”. Sono riportate alcune limitazioni /peculiarità del DPI: può costituire un limite il contemporaneo utilizzo di occhiali da vista; non forniscono protezione al volto e alle mucose (naso bocca); nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda informativa e previste dal produttore”. Norme tecniche: UNI EN 166;
– occhiali a maschera (DPI di III Categoria): anche in questo caso la classificazione “definisce le caratteristiche di resistenza all’impatto di materiali solidi (particelle proiettate) e la protezione da liquidi e spruzzi”. In particolare possono essere a ventilazione diretta o indiretta: una maschera direttamente ventilata presenta sulla sua struttura delle aperture (ventilazioni) che consentono il passaggio diretto dell’aria tra l’esterno e l’interno della maschera. Le aperture sulla montatura garantiscono il massimo ricambio d’aria minimizzando l’appannamento ma, di contro, consentono anche il passaggio di polveri e di liquidi; una maschera con ventilazione indiretta presenta sulla sua struttura delle aperture protette da accorgimenti tecnici. In queste maschere non c’è passaggio di luce diretto tra esterno e interno. Questa struttura garantisce la protezione da gocce e spruzzi di liquido, ma non da polveri o sostanze gassose”. Questi DPI “proteggono adeguatamente gli occhi da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina, liquido amniotico) in quanto aderiscono completamente al viso”. Limitazioni/peculiarità del DPI: “non forniscono protezione al volto e alle mucose naso bocca; NIOSH individua gli occhiali a maschera con ventilazione indiretta come affidabili per la protezione degli occhi contro schizzi e spruzzi; nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda informativa e previste dal produttore. Norme tecniche: UNI EN 166.
Il documento si sofferma poi sulla protezione degli occhi e delle mucose.
Infatti la protezione conseguita utilizzando la visiera “permette la protezione degli occhi, del viso e delle mucose. In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno può comunque essere necessario l’utilizzo congiunto ad altri DPI atti proteggere il corpo o una sua parte o organi (es. apparato respiratorio)”.
Dunque la visiera “protegge adeguatamente gli occhi da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina, liquido amniotico) e può fornire un’adeguata protezione al volto ed alle mucose naso-buccali”.
Limitazioni/peculiarità del DPI:
– “deve essere configurata correttamente a garanzia di una protezione adeguata della testa e del viso (compresi il mento e le orecchie);
– consente il contemporaneo utilizzo di occhiali da vista;
– nel ricondizionamento devono essere rispettate le modalità operative riportate nella scheda informativa e previste dal produttore”.
Veniamo ora alla protezione delle mani.
Il documento si sofferma sui guanti monouso, classificati come DPI di III categoria (rispondenti alla norma EN 374), che proteggono l’utilizzatore da agenti patogeni trasmissibili per contatto. Sono guanti ritenuti “idonei per la protezione generale da agenti biologici in applicazione delle precauzioni standard”.
Limitazioni/peculiarità del DPI:
– i guanti monouso classificati come DPI di III categoria riportano pittogramma ‘resistenza a microrganismi’ con indicazione: della classificazione del livello di performance (AQL) che non può essere inferiore a 1,5 (Level 2);
– nella protezione da contatto può essere opportuno utilizzare un secondo paio di guanti da indossare sopra il primo”.
Norme tecniche: EN 420, EN 374, EN 455. In particolare la EN 455 è la norma che si applica ai Dispositivi Medici. Quando un guanto è certificato come DM (DIR. 93/42/CEE) per definizione ha la funzione di proteggere il paziente”.
Il documento, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma anche sulla doppia marcatura dei guanti come dispositivi medici (DM) e come DPI.
Per i rischi biologici può essere necessaria la protezione completa del capo e del collo.
In questo senso il cappuccio “può essere classificato sia come Dispositivo Medico che come DPI (I o II Categoria). I cappucci “proteggono la parte superiore del corpo (capo e collo) e, se muniti di visiera, le mucose nasobuccali. Offrono una buona protezione della cute del capo e del collo dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto”.
Limitazioni/peculiarità del DPI:
– “permettono la protezione completa del capo e del collo e limitatamente del viso e delle mucose;
– in relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno è necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri DPI”.
E per la protezione del capo possono essere utilizzati cuffia e copricapo che “possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI (I categoria). Se classificati DPI sono di progettazione semplice e quindi destinati a salvaguardare la persona da rischi di lieve entità. Offrono una limitata protezione dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto. Permettono una limitata protezione del capo”.
Rimandando ad un futuro articolo la presentazione dei dispositivi per la protezione delle vie respiratorie, ci soffermiamo, in conclusione, sulla protezione degli arti inferiori:
– copriscarpe: “possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI (I categoria). Se classificati DPI sono di progettazione semplice e quindi destinati a salvaguardare la persona da rischi di lieve entità. Offrono una limitata protezione dagli agenti patogeni trasmissibili per contatto. Permettono una limitata protezione”;
– calzari: “possono essere classificati sia come Dispositivi Medici che come DPI (I, II, III categoria). Se classificati come DPI possono essere utilizzati per la protezione dell’utilizzatore da agenti patogeni trasmissibili per contatto. Proteggono da schizzi e spruzzi di sangue o altri liquidi biologici (es. saliva, urina, liquido amniotico)”. Limitazioni/peculiarità del DPI: “possono essere integrati ad altri DPI (tuta completa) o previsti a completamento (camice o tuta se non già integrati); necessario dispongano di sistema antiscivolamento”.